Sono stati forniti tutti i dettagli in merito agli esiti delle domande per accedere ai trattamenti pensionistici: entro quanto l’Inps deve comunicare una risposta.
Una delle domande più frequenti per i lavoratori in procinto lasciare il proprio impiego è relativa alle tempistiche di risposta da parte dell’Inps, una volta inoltrata la domanda per accedere al trattamento pensionistico.
A fornire tutti i chiarimenti del caso è stato proprio l’Istituto di previdenza sociale, attraverso una circolare pubblicata qualche anno fa dopo le novità introdotte dal decreto Semplificazioni del 2020 alla legge 24/1990. In realtà, non esiste una tempistica unica per la valutazione della domanda e per fornire l’esito, ma questa varia in base alla tipologia di prestazione richiesta.
Come abbiamo appena accennato, non esiste una tempistica univoca per ricevere l’esito di una domanda di pensione presentata all’Inps. Il termine per ricevere una risposta, difatti, varia in base al tipo di misura richiesta, come descritto dall’Inps nella circolare numero 55 del 2021.
L’Istituto di previdenza sociale ha specificato che per le istanze di pensione non si applica il termine generale di conclusione dei procedimenti di 30 giorni poiché l’elaborazione e la verifica dei requisiti delle domande di pensione richiede una tempistica maggiore che varia in base alla tipologia di prestazione. Per le pensioni di vecchiaia e la pensione anticipata è necessario attendere un periodo di massimo 55 giorni per conoscere l’esito della richiesta, mentre per le versioni in cumulo o totalizzazione le tempistiche si allungano sino ad un massimo di 90 giorni.
L’elaborazione delle pensioni di reversibilità ha una tempistica di massimo 50 giorni, mentre quelle per la pensione ai superstiti indiretta richiede 55 giorni. Chi richiede una pensione di inabilità, invece, potrebbe attendere sino a 85 giorni, che diventano 120 se si sceglie il cumulo. La stessa tempistica di 85 giorni è prevista anche per l’assegno ordinario di invalidità, mentre per le domande di pensione di invalidità specifica e privilegiata possono essere necessari sino a 115 giorni.
Se i termini previsti per conoscere l’esito dell’istanza sono scaduti senza aver ricevuto una risposta, il richiedente può rivolgersi al soggetto titolare del potere sostitutivo che ha l’obbligo di chiudere il procedimento entro la metà del tempo previsto dalla normativa. Per fare un esempio, nel caso di mancata risposta per una pensione di invalidità, si dovrà risolvere il provvedimento entro 25 giorni. Una volta scaduto anche questo termine, l’Istituto può andare incontro a sanzioni ed è tenuto a risarcire il danno ingiusto, tranne nei casi in cui il ritardo è stato provocato da enti esteri coinvolti nella pratica.
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