Nel Belpaese ci sono diverse città in cui l’italiano non è la lingua principale. Alcune sono davvero sorprendenti.
L’italiano non è l’unica lingua parlata nel nostro paese. Insieme ai dialetti, che possono essere definiti come una sua varietà, ci sono diverse città in cui gli abitanti sono abituati a parlare un’altra lingua. Queste vanno dal nord al sud della penisola e può essere davvero sorprendente scoprire di quali si tratta.

Oltre all’italiano, sono 12 le lingue ufficialmente riconosciute nella nazione. Esse si legano agli usi e alle usanze del passato e la loro persistenza è la testimonianza delle numerose influenze che hanno contribuito alla storia e alla cultura del paese. Quella dell’Italia è una tradizione segnata da un incontro tra culture e le varietà linguistiche presenti lungo lo stivale rappresentano un patrimonio a tutti gli effetti.
Non solo italiano: in queste dieci città la lingua principale è un’altra
Nelle città in cui non si parla italiano, la maggior parte della popolazione è solita – ormai da secoli – utilizzare lingue differenti e spesso sconosciute al resto dei cittadini. Bova e Roghudi, in cui sopravvive il grecanico, sono un esempio. Nei due borghi situati in Calabria è presente una minoranza ellenofona che continua a parlare la variante del greco antico.

Restando in Calabria, nelle comunità arbëreshe di San Nicola dell’Alto e Civita l’albanese è la lingua principale. Lo stesso accade in Sicilia, dove nella cosiddetta Piana degli Albanesi (fondata dai rifugiati durante l’avanzata ottomana) si parla ancora il dialetto arbëreshë, sebbene l’italiano venga ufficialmente utilizzato.
Salendo al nord del paese, a San Dorligo della Valle (noto anche come Dolina) e nei comuni vicino Trieste (Friuli-Venezia Giulia) lo sloveno viene parlato più dell’italiano, vista la presenza di comunità che portano avanti attività nella loro lingua, oltre ad avere delle scuole. Nel capoluogo della Valle d’Aosta, invece, la lingua ufficiale è il francese. Tuttavia, quella maggiormente usata nella vita quotidiana è il patois valdostano.
Per quanto l’italiano sia diffuso, nelle zone rurali di Aosta si parla molto più il dialetto locale. Passiamo all’Alto Adige, in cui sono presenti Bressanone e Brunico, rispettivamente conosciuti anche come Brixen e Bruneck. In questi comuni il tedesco è la lingua predominante (parlato dal 70-80% della popolazione), mentre l’italiano è parlato solamente da chi lavora nel settore del turismo o dagli italiani che si sono trasferiti.

Sempre in Alto Adige troviamo Bolzano (Bozen) in cui la maggioranza di abitanti è germanofona, ad eccezione di alcuni quartieri italiani. Il tedesco è la lingua prevalente anche a Merano (Meran), in cui il 50-60% della popolazione la utilizza tutti i giorni. Qui l’italiano viene parlato ancora meno che a Bolzano.
Vi sono, poi, idiomi ufficialmente riconosciuti come lingue – anche se in molti potrebbero pensare che si tratti di dialetti. Stiamo parlando del friulano (utilizzato a Udine, Pordenone e Tolmezzo) e del sardo (Nuoro e Orgosolo). In queste città, vengono usati quotidianamente più dell’italiano.